Fascia cronologica di riferimento: anni ‘60
Motivazione cronologica: Apparecchi di fisica, Paravia, 1958 (codice articolo 50745)
Stato di conservazione: buono
Stato di conservazione: buono
n° 430, inventario 1991, costo stimato £ 11,500
Ot04, codice catalogo interno
Il fotometro di Bunsen, anche detto “a macchia d’olio”, consente di misurare l’intensità luminosa di una sorgente confrontandola con quella di una sorgente campione. È costituito da un banco ottico graduato in centimetri, da due sostegni per sorgenti luminose (tipicamente candele) e da uno schermo posto tra le due sorgenti e caratterizzato dalla presenza di una macchia d’olio centrale che lo rende traslucido in corrispondenza della chiazza oleosa.
In presenza di una sola sorgente di luce, la macchia appare scura se osservata dal lato della sorgente, al contrario appare chiara se esaminata dal lato opposto.
Pertanto se lo schermo, da entrambe le parti, è illuminato da due sorgenti distinte e la macchia non è più visibile si può concludere che le intensità luminose delle due sorgenti sono uguali.
Pertanto se lo schermo, da entrambe le parti, è illuminato da due sorgenti distinte e la macchia non è più visibile si può concludere che le intensità luminose delle due sorgenti sono uguali.
Dunque, qualora le due sorgenti avessero diversa intensità si può regolare la loro posizione sul banco graduato in modo tale che la macchia d’olio risulti invisibile.
In tal caso, indicando con I1 e I2 le intensità delle sorgenti e con d1 e d2 le loro distanze dallo schermo, utilizzando la legge delle distanze:
è possibile calcolare l’intensità della sorgente incognita.
Bibliografia:
Paravia, Istruzione n. 383,
Fisica generale e sperimentale, Eligio Perucca, vol. secondo/tomo primo, pag. 401
Paravia, Istruzione n. 383,
Fisica generale e sperimentale, Eligio Perucca, vol. secondo/tomo primo, pag. 401
Arianna Doganieri, Nunziatina Di Petta